Prima di iniziare…

La vita, la morte e tutto quanto sta nel mezzo.

Quanto è importante la nostra vita? Quanto sappiamo, di questa scintilla che brucia al nostro interno? E se finisse tutto all’improvviso, come in un incubo? Tutto in un terribile attimo metafisico dal quale, forse, potremmo uscire solo dopo molteplici sforzi.

Dopo svariati tentativi di comprendere e di piegare questa realtà alla nostra volontà. Per poi capire, come in un sogno, che non è la realtà a piegarsi ma siamo noi stessi a farlo. Piegati in un microuniverso fatto di ricordi, di oggetti non reali ma al contempo ben presenti nella nostra mente.

LA NOSTRA MENTE

La nostra mente. Una sorta di anticamera, di ultima stanza dal quale è impossibile uscire, se non per sempre. La vita e la morte sono due cose distinte. Due facce della stessa medaglia ma non è questo che cattura l’attenzione. Ciò impressione ed incuriosice è, di fatto, davvero tutto quanto sta nel mezzo. Tutto quello che è pensato, provato ed assaporato in quel frangente.

In quel veloce frangente costituito da non più di qualche attimo, da non più di qualche ultimo battito di ciglia. Ma quel frangente costituisce un universo in se stesso. Così grande e potente da essere esplorato. Con gli occhi della mente, certo, in un fluire di sensazioni e di paure che destano parimenti curiosità e desolazione.

I DOPPELGÄNGER

Intrappolati in questa stanza dalla quale sembra non essere possibile uscire, se non all’ultimo momento, quello davvero ultimo, siamo di fronte ad una realtà fatta di ricordi, di desolanti archetipi ignoti che ci si parano di fronte, come manichini umanizzati, privati però di ogni forma artistica o vitale.

Come dei Doppelgänger, anche se più che una mostruosità demoniaca di noi stessi rappresentano una sfaccettatura della nostra stessa personalità. Le loro azioni, sebbene apparentemente inadeguate ed inopportune, non possono che farci scorgere, lentamente, un mondo ulteriore, esterno alla stanza in cui ci troviamo.

Un mondo dove la desolazione non esiste e dove ognuno di noi ha scelto di scendere a patti con se stesso, con la propria natura.

Ognuno di loro, ognuno di questa fantocci disarticolati è una parte di noi, una viva e cosciente parte di noi che, come spinta da un forte richiamo inesorabile, ci raggiunge per porgere un saluto, una parola di conforto.

Come se tutti i nostri Io, al quale siamo quotidianamente assoggettati, prendessero vita improvvisamente ed autonomamente e volessero renderci omaggio.

Ognuno di loro è parte di noi e noi siamo parte di loro.

Inverosimilmente.

Ineluttabilmente.

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